L’Italia apre alla banda larga. Il governo ha deciso di sbloccare 100 milioni di euro per sviluppare la nuova tecnologia di connessioni super-veloci e per azzerare il digital divide tra le diverse parti dello stivale. L’annuncio è stato dato dal ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani. “Inizia oggi il percorso della banda larga - ha spiegato Romani in conferenza stampa a Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri - Abbiamo deciso con il ministro Tremonti un finanziamento di 100 milioni sui fondi Fas”. Questo stanziamento, con cui il governo punta ad azzerare il divario digitale entro la metà del 2012, rappresenta la prima fase di un progetto il cui valore complessivo ammonta a 9 miliardi di euro che serviranno a raggiungere il 50% degli italiani con la banda larga. Il resto dei fondi, ha continuato Romani, saranno ottenuti “con il coinvolgimento della Cassa depositi e prestiti sia in equity sia in conto finanziamento”. Il progetto, inoltre, ha specificato il ministro, attiverà “3.000 cantieri e darà lavoro a 30.000 persone”. Un’accelerazione nel settore dell’Information Techology che era atteso da tempo e che servirà a rivitalizzare le sorti di un settore che nel nostro paese è ancora piuttosto arretrato. Appena cinque giorni fa Informa, aveva riportato uno studio di I-Com che evidenziava come la diffusione della banda larga in Italia raggiungesse solo l’1,56% delle famiglie contro il 21% della Lituania e il 12,9% della Svezia. Un risultato che pone il nostro Paese al quattordicesimo posto tra i trenta paesi Ocse analizzati. Un ritardo che il governo vuole sanare dal momento che, secondo l’Ocse, per ogni euro investito in progetti di banda larga se ne generano 4 di Pil. Dall’opposizione, però, lo stanziamento di oggi viene considerato insufficiente per azzerare il ritardo. Secondo il deputato e capogruppo del Pd in commissione Telecomunicazioni alla Camera, Michele Meta, “lo stanziamento deciso oggi dal Governo per lo sviluppo della banda larga non è altro che una goccia nel mare di una innovazione che richiede impegni più consistenti. Il Paese galleggia drammaticamente da mesi nell'incertezza di investimenti pubblici sul settore delle telecomunicazioni, abbandonando gli operatori privati del settore sulle cui spalle pesa un lavoro di supplenza che invece il governo dovrebbe mettere in cima all'agenda, specie se guarda alle nuove tecnologie come ad una leva per uscire dalla crisi economica”. La cifra stanziata, 100 milioni, è pari a un ottavo degli 800 milioni promessi in passato e slittati più volte. “Dopo che il Governo Berlusconi ha dirottato su altri obiettivi - spiega Meta - gli 800 milioni per la banda larga, e con l'affossamento del Piano Romani di cui non vi è più traccia, i fondi decisi oggi dal governo non sono altro che briciole gentilmente concesse dal ministro Tremonti che non ha mai creduto nella leva dell'innovazione tecnologica per sostenere l'economica italiana”. ''Non possiamo permetterci di perdere altro tempo perché, così come è indicato dagli studi dell'Ocse, il Pil nazionale può aumentare di 1,5 punti (20-25 miliardi di euro), solo grazie agli investimenti in banda larga. Per questo è utile - conclude Meta - che il Governo si dia una mossa se intende rispettare le scadenze indicate dall'Ue, che ci chiede di garantire l'accesso veloce ad internet entro il 2013, e le esigenze delle imprese e degli italiani che trovano un freno insopportabile nell'attuale digital divide che colpisce allo stesso modo il nord ed il sud del Paese”.
martedì 15 febbraio 2011
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