giovedì 13 dicembre 2007

Un anno di … scompenso cardiaco

È una rassegna delle principali notizie scientifiche sul tema pubblicate nel 2007 sulle più importanti riviste scientifiche. Un rapido riepilogo per mantenersi aggiornati! A tutti buona lettura
da CFCnews 2007

Identificate le basi genetiche della risposta ai ß-bloccanti
Finalmente un pratico possibile utilizzo della genomica in ambito farmacologico. La ricerca proposta in questo articolo spiega perché alcuni pazienti con scompenso cardiaco rispondono meglio di altri alla terapia ß-bloccante.
J Clin Invest 2007; 117: 229–235

Fibrillazione atriale e mortalità nello scompenso cardiaco
O D Pedersen e coll hanno studiato il valore prognostico della fibrillazione atriale in 3587 soggetti ammessi in ospedale per scompenso cardiaco e seguiti in un follow up di 8 anni. La presenza della fibrillazione, al momento della dimissione dall’ospedale, ha determinato un leggero aumento globale del rischio di mortalità. L’analisi dei sottogruppi ha però mostrato che il rischio aumentava soltanto nei soggetti che presentavano una concomitante cardiopatia ischemica.
European Heart Journal (2006) 27, 2866-2870

NT-proBNP utile nello scompenso diastolico
L’NT-proBNP si è dimostrato utile nel predire il rischio cardiovascolare in quei pazienti con angina stabile indipendentemente dalle valutazioni standard con ecocardiografia e stress test. Della valutazione si sono avvantaggiati soprattutto quei soggetti con disfunzione sistolica non ben chiara con i parametri ecocardiografici di routine.
Bibbins-Domingo K et al. JAMA 2007; 297:169-176

Ipertrofia ventricolare e scompenso
L’ipertrofia ventricolare è un fattore indipendente predittore di peggioramento dell’outcome nei soggetti con scompenso cardiaco sintomatico. Sono inclusi i soggetti con funzione sistolica ventricolare preservata.
Heart 2007;93:59-64

Sicure le statine nello scompenso cardiaco
Una nuova analisi dell’HPS, lo studio più numeroso condotto con le statine, mostra che le statine si sono dimostrate sicure nei pazienti scompensati con livelli elevati di NT-proBNP. Le statine hanno anche dimostrato un effetto benefico ed i livelli di NT-proBNP hanno anche dimostrato un valore predittivo del rischio vascolare e degli eventi coronarici.
Heart Protection Study Collaborative Group. J Am Coll Cardiol 2007; 49:311-319

Anemia e scompenso
Secondo uno studio pubblicato su JACC l’anemia sideropenica è di frequente riscontro nello scompenso cardiaco. Essa deve essere sempre ricercata e, come ha detto in una intervista il Dr. John N. Nanas della scuola universitaria di Atene, quando diagnosticata deve essere trattata poiché “la correzione dell’anemia è associata a miglioramento clinico ed a probabile aumentata sopravvivenza”.
J Am Coll Cardiol 2006;48:2485-2489

Le linee guida della Heart Failure Society of America 2006
La società americana dello scompenso cardiaco ha pubblicato un aggiornamento sulle linee guida dello scompenso. Tali linee guida contengono un aggiornamento sull’uso del defibrillatore impiantabile nella prevenzione primaria della morte improvvisa e le indicazioni alla selezione dei pazienti da proporre per la terapia di resincronizzazione cardiaca.
http://www.hfsa.org/journal.asp

IL volume dell’atrio sinistro identifica i soggetti con scompenso diastolico
Sono stati confrontati da Vojtech Melenovsky e coll. tre gruppi di soggetti con scompenso cardiaco con funzione ventricolare conservata (HFpEF), con ipertrofia ventricolare sinistra e con normale funzione e spessore cardiaco. Il gruppo HFpEF aveva una ipertrofia ventricolare concentrica con maggiore pressione arteriosa polmonare (20 mm Hg vs. 16 mm Hg) e un minore tempo isovolumico di rilasciamento ventricolare. Nel confronto con i soggetti con ipertrofia ventricolare sinistra è stato però il prodotto tra indice di massa ventricolare sinistra ed il volume dell’atrio sinistro che ha meglio identificato i pazienti scompensati (84% sensibilità ed 82% specificità).
J Am Coll Cardiol, 2007; 49:198-207, doi:10.1016/j.jacc.2006.08.050 (Published online 28 December 2006)

Nuovo studio su esercizio fisico e scompenso
Si tratta dell’ HF-ACTION (The Heart Failure and A Controlled Trial Investigating Outcomes of Exercise Training). Sarà il più ampio trial clinico sull’esercizio fisico nello scompenso cardiaco disegnato fino ad oggi. Gli autori affermano che “l’esercizio fisico rappresenta un trattamento che, se dimostrato benefico, sarà accessibile a tutti i pazienti a causa del costo relativamente basso, la grande disponibilità e la facilità di utilizzo”. Restiamo in attesa delle conclusioni.
Am Heart J 2007; 153: 201–211

I servizi cardiologici sullo scompenso necessitano di migliori indicatori di qualità
Soltanto la prescrizione di ACE-inibitori o inibitori recettoriali dell’angiotensina ha un valore predittivo sulla mortalità e la re-ospedalizzazione a 60-90 giorni dei soggetti dimessi dall’ospedale con diagnosi di scompenso cardiaco. Degli altri quattro indicatori consigliati dall’AHA e dall’ACC: misurazione della funzione ventricolare, cessazione del fumo, prescrizioni e consigli scritti e warfarin nei pazienti con fibrillazione atriale nessuno ha dimostrato alcun reale valore predittivo a breve termine. Si ritiene, pertanto, necessario identificare nuovi indicatori di qualità dei servizi come ad esempio la prescrizione dei ß-bloccanti.
JAMA 2007;297:61-70

La dissincronia sistolica e diastolica si manifesta frequentemente nello scompenso diastolico
Sherif F. Nagueh e coll. del Methodist Hospital di Houston hanno condotto uno studio in pazienti scompensati evidenziando una dissincronia sistolica nel 33% de pazienti con scompenso diastolico e del 40% in quelli con scompenso sistolico. La dissincronia diastolica era invece presente nel 58% dei pazienti con scompenso diastolico e nel 40% di quelli con scompenso sistolico. Questi pazienti avevano rispetto ai controlli una maggiore massa ventricolare sinistra, un maggiore indice volumetrico atriale sinistro ed una maggiore pressione arteriosa polmonare. Farmaci quali i diuretici, i calcio antagonisti, gli ACE inibitori ed i bloccanti recettoriali dell’angiotensina riducono la pressione arteriosa, la pressione di riempimento ventricolare sinistra e migliorano il rilassamento ventricolare sinistro. La frazione di ejezione e l’indice di volume dell’atrio sinistro sono rimasti invariati. Il pacing biventricolare che ha dimostrato benefici effetti nello scompenso sistolico potrebbe avere incostanti benefici nello scompenso diastolico a causa della sua diversa etiologia.

Il trattamento della dissincronia riduce il tempo di ritardo intraventricolare diastolico e migliora il rilasciamento del ventricolo sinistro.
J Am Coll Cardiol 2007;49:88-96

L’ormone della crescita può migliorare lo scompenso
Poichè gli effetti dell’ormone della crescita (GH) nello scompenso cardiaco hanno dato risultati contrastanti sulla funzione ventricolare sinistra Patrick Maison e colleghi del Centre Hospitalier Henri Modor di Creteil, hanno condotto una meta-analisi su 12 rilevanti trial identificati attraverso una ricerca su MEDLINE, EMBASE e BIOSIS. La ricerca ha concluso che il GH ha migliorato molti importanti parametri emodinamici. Si ritiene che tale effetto sia dovuto a diversi cambiamenti strutturali miocardici tra cui un incremento dello spessore del setto interventricolare e della parete posteriore. Si è anche evidenziata una riduzione sia del diametro telediastolico che di quello telesistolico del ventricolo sinistro.
J Clin Endocrinol Metab 2007;92:180-185

I benefici della terapia di resincronizzazione cardiaca possono essere predetti dal BNP
Livelli elevate di BNP possono predire un vantaggio dalla terapia di resincronizzazione dello scompenso cardiaco. Circa il 30% dei pazienti sottoposti a resincronizzazione sono non responder a tale terapia. Per chiarire tale anomalia il Dr. Kalyanam Shivkumar della David Geffen School of Medicine dell’UCLA (USA) hanno dosato il BNP in 164 pazienti in III IV classe funzionale NYHA sottoposti a resincronizzazione. Orbene i livelli sono stati rilevati significativamente più elevati nei 107 pazienti definiti come responder. Il report finale indica che valori di 447 pg/mL o maggiori avevano una specificità del 79% ed una sensibilità del 62% nel predire la risposta al CRT. Tale ormone potrebbe essere uno degli esami poco costosi da effettuare ai pazienti scompensati prima di avviarli alla resincronizzazione.
Am J Cardiol 2007;99:242-246

Le variazioni della funzione dei segmenti basali del ventricolo sinistro è la più importante nel predire un recupero a lungo termine
Una parte di soggetti risponde poco alla terapia con ß-bloccanti, ma tra coloro i quali rispondono (aumento della FE > 5%) il recupero avviene significativamente di più (r=0.79, p<0.001), a partire dai segmenti basali rispetto a quelli medii ed all’apice. È quanto emerge da uno studio condotto con metoperololo da Scharin Tang M e coll.
Int J Cardiol. 2007 Jan 24

Generato tessuto cardiaco da cellule embrionali midollari
Cellule di tessuto cardiaco che contengono vasi sanguigni e battono spontaneamente sono state generate a partire da cellule embrionali midollari umane secondo un recente rapporto di alcuni ricercatori israeliani del Technion_Israel Institute of Technology condotti da L. Gepstein e coll.. come supporto per la crescita è stato usato un polimero biodegradabile spongioso. Sono poi state cellule endoteliali normali ad indurre la differenziazione delle cellule embrionali ed a stimolare la moltiplicazione e l’organizzazione in tessuto. I ricercatori ritengono che la tecnica possa essere utilizzata, in futuro, per aiutare i pazienti con scompenso cardiaco e disfunzione ventricolare.
Circulation research 2007 Jan 11

Uno "switch" molecolare potrebbe evitare lo scompenso cardiaco della cardiomiopatia ipertrofica
Trivedi CM e coll. hanno evidenziato nel topo che l’inibizione dell’enzima Hdac2 con farmaci oppure attraverso la delezione del gene correlato è in grado di prevenire la risposta del miocardio alla ipertrofia sperimentalmente indotta. L’azione del gene sembra anche presentarsi nell’adulto come slatentizzazione di una condizione embrionaria. Si prevede un possibile utilizzo nel futuro di tale metodica nella cardiomiopatia ipertrofica dell’uomo.
Nature Medicine; pubblicato online February 18, 2007

HP-PCR correla con il grado d’insufficienza cardiaca nei maschi
Studi sperimentali hanno, infatti, dimostrato che gli effetti biologici noti delle citochine pro-infiammatorie potrebbero spiegare molti aspetti della sindrome dell'insufficienza cardiaca. La PCR, secondo tale studio, potrebbe partecipare allo sviluppo ed alla progressione dell'insufficienza cardiaca e tale effetto patogenetico sarebbe differente nei due generi.
Am Heart J 2006; 152: 514-20

La depressione peggiora gli esiti della insufficienza cardiaca
La presenza di una depressione aumenta in modo significativo il rischio di morte o ricovero per cause cardiovascolari nei pazienti con insufficienza cardiaca, indipendentemente dalla gravità della sindrome. Il grado di insufficienza cardiaca è stato valutato più che da parametri funzionali da un dato obiettivo come il livello del peptide natriuretico.La presenza della sindrome depressiva oppure far uso di farmaci antidepressivi sarebbe quindi un fattore di rischio indipendente anche nei pazienti con cuore compromesso.
Arch Intern Med 2007; 167: 367-73

Una valvola aortica bicuspide non diagnosticata o poco seguita può evolvere in uno scompenso cardiaco severo
La bicuspidia aortica ha una prevalenza nelle popolazioni occidentali dello 0.8-2% ed è la causa più comune di predisposizione di una severa stenosi od insufficienza aortica nei pazienti di media età che spesso si mantengono asintomatici per molti anni. Nel loro articolo S. Saha e coll. dell’Hearth Hospital di Londra evidenziano come rispettivamente il 54% ed il 66% delle stenosi e delle insufficienze aortiche siano legate ad una bicuspidia. La tecnica di imaging elettiva è la ecocardiografia transtoracica che ha una elevata sensibilità e specificità (rispettivamente del 78% e del 96%). Una volta diagnosticata la patologia gli autori, poiché la valvulopatia progredisce inesorabilmente, suggeriscono un follow-up ecografico da 3 a 5 volte l’anno che può evitare complicanze mortali
BMJ2007;334:420-2

ß-bloccanti e fibrillazione atriale nello scompenso cardiaco
Una revisione sistematica di sette studi della letteratura comprendente 11952 pazienti con compenso cardiaco sistolico in ritmo cardiaco sinusale trattati con ß-bloccanti ne ha dimostrato l’utilità nella riduzione dell’insorgenza di fibrillazione atriale. Tutti i pazienti avevano un trattamento precedente con ACE-inibitori e l’utilizzo dei ß-bloccanti (bisoprololo, metoprololo, carvedilolo, bucindololo, nebivololo) ha ridotto il rischio relativo di fibrillazione striale del 27%. Poiché la fibrillazione striale è un importante fattore di rischio di morbilità e mortalità nello scompenso cardiaco I A Nasr e coll consigliano l’uso dei ß-bloccanti anche per questo vantaggio.
European Heart Journal (2007) 28, 457-462

Le aritmie ventricolari segno di disfunzione ventricolare destra negli atleti che praticano sport di resistenza
È quanto emerge da uno studio condotto da J. Ector e coll. a mezzo di angiografia biplana del ventricolo destro. La tecnica ha mostrato una riduzione di diversi parametri emodinamici della funzione ventricolare destra tra cui il volume telesistolico con una significativa riduzione della frazione di ejezione.
European Heart Journal (2007) 28, 345-353

Interessante messa a punto sul BNP
Jenny Doust e coll. propongono una interessante revisione della letteratura sull’utilizzo del brain natriuretic peptide (BNP). Tale ormone fornisce una valutazione semplice ed obiettiva della funzione cardiaca utile per la diagnosi dello scompenso cardiaco sia sistolico che diastolico. In P.S. l’utilizzo riduce i costi nella diagnosi differenziale della dispnea. Può evidenziare l’efficacia della terapia con ACE-I, sartani, spironolattone e diuretici. Perde sensibilità nello scompenso cardiaco cronico ed in patologie renali e polmonari associate (ipossia cronica). Correla bene con la classificazione funzionale NYHA ed ha un alto valore predittivo del rischio di morte negli scompensati.
Am Fam Physician 2006;74:1893-8

Scompenso indotto da tachicardia
In molti casi la storia la storia clinica della cardiomiopatia è irreversibile. In alcuni può essere identificata una causa potenzialmente curabile. Tra queste un ruolo può essere attribuito alle tachicardie. La più frequente è la fibrillazione atriale che, oltre che essere conseguenza, può essere causa della cardiomiopatia per un abnorme metabolismo cellulare del calcio che riduce le riserve cellulari di energia con rimodellamento miocardico. Altri aritmie frequenti sono il flutter atriale, la tachicardia da rientro atrio-ventricolare, le aritmie ventricolari. La diagnosi di cardiomiopatia indotta da tachicardia può essere fatta soltanto quando la funzione ventricolare migliora dopo la riduzione della frequenza cardiaca.
Journal of Cardiovascular Medicine 2007,8:138-143

Anemia e scompenso cardiaco
Dal 15 al 55% dei pazienti con scompenso cardiaco presentano anemia con aumentata morbilità e peggioramento della prognosi. Finora si è ritenuto che essa fosse legata sia alla ridotta perfusione renale che alla ridotta attività eritropoietica del midollo osseo. L’articolo evidenzia come la ritenzione di liquidi e la conseguente emodiluizione ne possano anche essere la causa. Il miglioramento della funzione cardiaca e della emodinamica cardio-renale dovrebbe essere il più razionale approccio al trattamento della anemia. L’EPO umana ricombinante può anche essere utile. È da studiare se la correzione del sovraccarico di fluidi possa migliorare l’Hb e l’outcome.
European Heart Journal (2007) 28, 166-171

Partita sperimentazione cuore artificiale italiano
Si chiama “best beat” il primo cuore artificiale italiano costruito pressi il CNR di Pisa con il concorso dell'azienda NewCorTec. Batte in un paziente tedesco di 68 anni che soffriva di un grave scompenso cardiaco. Ulteriori sperimentazioni continueranno nei prossimi mesi con altri impianti in Francia e nei centri italiani, in attesa dell' autorizzazione del Ministero della Salute.
Presentati i risultati dello studio EVEREST
Aggiungere il tolvaptan alla terapia standard dello scompenso acuto del miocardio aiuta a controllare il sovraccarico di volume ed a ridurre la dispnea. I benefici sono però pochi e non a lungo termine. Il tolvaptan fa parte di una nuova classe di farmaci inibitori della vasopressina da cui ci si aspettava un importante contributo nella terapia di questo tipo di scompenso
American College of Cardiology 2007 Scientific Sessions
Presentato lo studio FUSION2
Altra delusione dall’utilizzo di ripetute infusioni di nesiritide nello scompenso cardiaco cronico. Lo studio proponeva un uso off-label del farmaco (l’indicazione resta nello scompenso acuto) in un’area dello scompenso sempre alla ricerca di nuovi presidi. Pur non essendo stati evidenziati problemi renali non è possibile esprimere, comunque, per le caratteristiche dello studio, una valutazione significativa sulla sicurezza del farmaco nei confronti di questo organo.
American College of Cardiology 2007 Scientific Sessions
Costruito parte di un cuore umano
Alcuni scienziati inglesi sotto la guida del cardiochirurgo Magdi Yacoub dell’Imperial College of London hanno costruito una parte di cuore umano utilizzando cellule midollari. Dell’equipe fanno parte anche fisici, farmacologi, clinici e bioingegneri. Un trial su animali e programmato prossimamente.
Gardian, 2 aprile, p.1
I ß-bloccanti prevengono la fibrillazione atriale nello scompenso sistolico
Eur Heart J 2007; 28: 457-462
La terapia con ß-bloccanti induce resincronizzazione ventricolare nella cardiomiopatia dilatativa con QRS stretto
Le indicazioni all’utilizzo di CRT prevendono comunemente la presenza di complessi > di 120 msec. Per questo motivo pazienti con dissincronia e QRS stretto non possono giovarsi di tali device. J Takemoto e coll hanno in questo studio evidenziato come una terapia con carvedilolo possa riuscire a sincronizzare tali pazienti. Dopo sei mesi sono stati, infatti, evidenziati significativi miglioramenti della FE, delle dimensioni ventricolari e dei parametri di dissincronia. Questi ultimi valori, in particolare, possono spiegare l’efficacia del carvedilolo nello scompenso cardiaco.
J Am Coll Cardiol 2007;49:778-83
Nuove prospettive nella terapia dello scompenso cardiaco
Si tratta del miR-133 micro-RNA naturalmente presente nell'organismo umano, nel cuore e nel muscolo scheletrico. La ricerca è stata condotta da C. Peschle e da Condorelli in collaborazione con l'Università della California di San Diego, in Usa. Questi ricercatori hanno scoperto che la sua quantità è inversamente proporzionale all’ipertrofia cardiaca su cui determinerebbe un’azione di freno. Si pensa di utilizzarla, in un prossimo futuro, per inibire, appunto, l’ipertrofia miocardia. Il lavoro verrà pubblicato su "Nature Medicine".
Nella classe NHYA I e II di diabetici di tipo 2 il rosiglitazone non peggiora la frazione di ejezione del ventricolo sinistro
È il risultato di uno studio randomizzato, placebo controllato, condotto da Dargje e coll. su 224 pz. È stato riportato un miglioramento del compenso glucidico pur con un peggioramento e nuovi casi di edema che hanno portato ad un incremento della terapia per lo scompenso.
J Am Coll Cardiol. 2007 Apr 24;49(16):1696-704
L’astinenza risolve la cardiomiopatia indotta da cocaina
Viene descritto il caso di un soggetto che ha avuto la regressione della cardiomiopatia indotta dalla cocaina dopo un periodo di astinenza dalla droga.
Lancet 2007; 369: 1574
Diabete e scompenso sono un doppio pericolo per le donne
Lo studio è stato condotto da ricercatori dell’università di Alabama a Birmingham. Si tratta dei 7788 pazienti afferenti al DIG trial. Gli effetti del diabete sulla severità dello scompenso cardiaco ed il rischio di morte è maggiore nelle donne ed ancor più se hanno più di 65 anni.
published online in Heart on May 8

La terapia con statine migliora la sopravvivenza nella cardiomiopatia dilatativa non ischemica
Questi sono i risultati trovati da Michael Domanski e coll. del National Heart, Lung, and Blood Institute di Bethesda, Maryland, USA, che hanno condotto uno studio retrospettivo su 1024 pazienti con non-IDC, III e IV classe NHYA e FE del ventricolo sinistro ≤35%, arruolati nel trial Beta-blocker Evaluation of Survival Trial (BEST). L’autore conclude con la necessità di un trial randomizzato che possa valutare meglio questo risultato.
Am J Cardiol 2007; 99: 1448–1450
Le comete ultrasoniche polmonari
È una tecnica che valuta la presenza di acqua intracellulare, e quindi di scompenso, rilevabile tramite ecografia dei polmoni. Le immagini, in aree predefinite, assumono una conformazione simile a comete. La metodica è semplice, veloce, poco costosa e ripetibile.
G Ital Cardiol 2007; (Suppl 1-4): 61S-65S
Sildenafil e scompenso cardiaco
Nello scompenso cardiaco cronico il sildenafil migliora la tolleranza all’esercizio, la meccanica e la diffusione dei gas a livello polmonare. Previene, inoltre, la formazione di edema polmonare indotto dall’esercizio probabilmente migliorando la produzione di NO.
Int J Cardiol. 2007 May 7
L’esercizio fisico è benefico nella disfunzione diastolica
È il risultato di uno studio condotto da alcuni ricercatori australiani che hanno confrontato gli effetti dell’esercizio fisico in soggetti con scompenso sistolico e diastolico. Dopo 16 settimane di training il picco di VO2 è salito del 24% nello scompenso sistolico e del 30% in quello diastolico. Ciò nonostante tale miglioramento non fosse correlato con un miglioramento dei parametri diastolici. La qualità della vita ha subito un miglioramento ancor più evidente nello scompenso diastolico.
Il dott. Marwick, uno dei ricercatori ritiene che"il meccanismo del beneficio può essere circolatorio e muscolare piuttosto che cardiaco"
Am Heart J 2007;153:530-536
Bassa potassiemia legata a maggiore mortalità nello scompenso
“I nostri risultati hanno mostrato come i soggetti con scompenso cardiaco con una potassiemia tendenzialmente bassa (<4.0 mEq/l) hanno una maggiore mortalità dei soggetti con più alti livelli (4.0–5.5 mEq/l)” ha detto Ali Ahmed (University of Alabama at Birmingham, USA) principale investigatore di uno studio post hoc condotto sui 6485 pazienti del DIG trial. Non si sa ancora se questo risultato favorevole possa essere ottenuto con supplementi di potassio per via orale oppure con lo spironolattone.
Eur Heart J 2007; 28: 1334-1343
Nuovo marker progostico per lo scompenso cardiaco
Si chiama antigene carboidrato 125 (CA 125) ed è un biomarker del cancro ovarico e di altre neoplasie. Alcuni ricercatori spagnoli hanno evidenziato come esso possa essere considerato anche un predittore indipendente di mortalità negli scompensati. Il dott Nunez, uno dei principali investigatori dello studio, ha evidenziato che “Il basso costo, la grande disponoibilità e la facile determinazione ne può fare un mezzo utile per la stratificazione del rischio della popolazione scompensata”.
Heart 2007;93:716-721

Ablazione della fibrillazione atriale e funzione ventricolare
L’ablazione della fibrillazione atriale attraverso l’isolamento delle vene polmonari migliorerebbe la funzione ventricolare.
J Cardiovasc Electrophysiol 18(1) 2007

La resincronizzazione funziona nei pazienti scompensati eleggibili al trattamento
Pubblicata una metaanalisi di 14 trial randomizzati e di 95 studi osservazionali sulla resincronizzazione cardiaca nei soggetti con scompenso cardiaco severo: bassa frazione di ejezione ventricolare sinistra, dissincronia ventricolare identificata tramita prolungamento del QRS dell’ecg e sintomi. Confrontata con il miglior trattamento medico la resincronizzazione cardiaca ha ridotto tutte le cause di mortalità del 22%, l’ospedalizzazione del 37% e migliorato la qualità della vita. Secondo una valutazione economica la resincronizzazione cardiaca costerebbe non più di 15000 euro per ogni anno di vita salvato.
JAMA 2007;297.2502-14
BNP/N-BNP come indicatore di danno d’organo pancardiaco
Il BNP o l’NT-pro BNP appare sempre più come il migliore predittore indipendente di mortalità cardiovascolare. Secondo A. Struthers e coll. consentirà di identificare qualsiasi forma asintomatica di danno cardiaco. Se studi futuri lo confermeranno potrà essere per il cuore quello che è la microalbuminuria per il rene
European Heart Journal (2007)28,1678-1682
Ancora sui tiazolidinedioni
Si è conclusa a Washington (USA), nella sede della FDA, un’affollata riunione del comitato dei garanti sui farmaci metabolici ed endocrinologici. È stato preso in considerazione lo studio dei ricercatori della clinica di Cleveland che ha mostrato un aumento del 43% del rischio di attacco cardiaco nei soggetti in trattamento con rosiglitazone. Non è stato, comunque emesso nessun “black warning box” come era accaduto a giugno nei confronti del rosiglitazione e del pioglitazone a proposito dell’incremento del rischio di scompenso cardiaco. Anche V. Fonseca, editore di Diabetes Care ha mostrato come, attraverso una nuova tecnica di teleoanalisi che ha coinvolto 78000 pazienti, uno su 50 pazienti con diabete mellito tipo II in trattamento con questi farmaci hanno sviluppato scompenso cardiaco in un periodo di 26 mesi. La GlaxoSmithKline ha detto che il rischio di scompenso cardiaco era già conosciuto e che questo nuovo lavoro non aggiunge nulla che già non si sapesse. Resta il fatto che diabetologi ed internisti debbano seguire attentamente i pazienti da loro trattati, eventualmente con il supporto dei cardiologi e di tecniche volte ad indicare l’insorgenza di tali patologie.
BMJ 2007;334:1073:doi:10.1136/bmj.39224.364630.DB, NEJM 2007 May 21 doi10.1056/NEJMoa072761, BMJ 2007;334:1237:doi:10.1136/bmj.39224.394456.DB, Diabetes Care 2007;30:3148-53 doi 10.2337/dc07-0141
La telemedicina riduce l’ospedalizzazione nello scompenso cardiaco lieve-moderato
Sia il TEN-HMS che il WHARF trial avevano già dimostrato che il telemonitoraggio può ridurre tutte le cause di mortalità negli scompensati nelle classi III e IV NYHA. Ancora dall’ESC viene lo studio di A J Morgut che è stato condotto a Dusseldorf su scompensati in II e III classe NHYHA che sono più numerosi nella pratica quotidiana. È stata dimostrata una chiara riduzione della ospedalizzazione. Per esprimersi sulla mortalità occorrerà aspettare più tempo ed arruolare più pazienti

Presentata la Web-auscultazione
Una nuova attrezzatura di telecardiologia mobile è stata sperimentata a Bari per consentire l’auscultazione cardiaca e polmonare tramite il Web su pazienti telemonitorati per scompenso cardiaco. La presentazione da parte di V. Marangelli è avvenuta il 5 settembre 2007 a Vienna. L’innovativa tecnica si è dimostrata affidabile (concordanza inter- intra-osservatore nel range di 90.5-98.8%) e consente di effettuare confronti ripetuti nello stesso paziente
L’aumento di peso è predittivo di ospedalizzazione nello scompenso
È il risultato di uno studio condotto da Sarwat Chaudhry (Yale University School of Medicine, New Haven, Connecticut, USA). L’incremento di peso nei soggetti che saranno ospedalizzati è, infatti, molto maggiore rispetto al gruppo di controllo. Valutare giornalmente il peso può essere utile nel rimodulare la terapia e prevenire il ricovero.
Circulation 2007; Advance online publication
Le antracicline aumentano il rischio di scompenso cardiaco
Secondo uno studio condotto dal Dr. Sharon H. Giordano and coll. della University of Texas su 44000 donne di età avanzata ( media 73.2 anni) il trattamento con antracicline ha causato il 23.3% di casi di scompenso cardiaco rispetto al gruppo di controllo. Il dato importante è che dopo 10 anni dal trattamento il rischio era amplificato piuttosto che ridotto.
J Clin Oncol 2007;25:3808-3815
Lo scompenso cardiaco nei ragazzi ha caratteristiche particolari
Il trattamento evidence based nei ragazzi con scompenso cardiaco è quasi impossibile poiché tutti i farmaci abitualmente utilizzati sono stati tutti testati in trial per adulti. Ad esempio il carvedilolo si è dimostrato inefficace nei ragazzi con cardiomiopatia dilatativa o congenita. Dose inadeguata, patologie troppo eterogenee, scarsa sensibilità? I ragazzi con scompenso cardiaco necessitano i loro trial.
JAMA 2007;298:1171-9
L’utilizzo seriale del BNP può predire il rischio di cardiotossicità da antraciclina
Secondo quando indicato da Daniel J Lenihan (Anderson Cancer Center, Houston, TX), la misurazione del BNP dovrebbe essere effettuata ad ogni ciclo di somministrazione di antraciclina nel corso della chemioterapia. Un incremento dei valori potrebbe, infatti, aiutare i medici a stabilire il momento in cui è necessario sospendere tale terapia.
Heart Failure Society of America 2007 Scientific Meeting
Gli ACE inibitori ridurrebbero la degenerazione aortica nella sindrome di Marfan
Anna A Ahimastos (Baker Heart Research Institute, Melbourne, Australia) e coll hanno condotto un piccolo trial (17 pazienti) utilizzando da 2 ad 8 mg di perindopril nei pazienti con sindrome di Marfan. Gli effetti sul diametro della radice aortica ed i parametri emodimamici endoaortici hanno mostrato tutti valori significativamente positivi rispetto ai controlli. Ulteriori studi potranno darci indicazioni maggiori in questo tipo di patologia gravata da altissima mortalità e morbilità.
JAMA 2007; 298:1539-1547

Pubblicate nuove linee guida
L’ESC rilascia le nuove linee guida sul pacing cardiaco e sulla terapia resincronizzante cardiaca
European Heart Journal (2007)28;2256-2295
La risposta alla rigenerazione cardiaca viene dai pesci
I meccanismi che stanno alla base della rigenerazione cardiaca sono stati identificati da alcuni ricercatori della Duke University Medical Centere negli zebrafish. In questo tipo di pesci dopo un IMA sono attivate sia le cellule epicardiche che quelle progenitrici che migrano infiltrando la cicatrice cardiaca e stimolando la crescita di nuovi vasi.
Cell 2006;127:607-19
Ecocardiografia affidabile nello scompenso in fase finale
I parametri ecococardiografici permettono un’accurata valutazione emodinamica dello scompenso nella sua fase finale. Il dott. Mansencal evidenziando che i parametri ecocardiografici sono sovrapponibili a quelli emodinamici invasivi dimostra che tale metodica è utile oltre che per la diagnosi anche per la gestione di tali pazienti
Am J Cardiol 2007;100:998-1001
Nitrati e scompenso: nuove prospettive
La disfunzione endoteliale è una componente critica nella progressione dello scompenso cardiaco. Essa, in genere, deriva da un’attivazione adrenergica e dalla produzione di sostanze pro infiammatorie come le citochine da parte del sistema renina angiotensina aldosterone. Questa condizione contribuisce alla riduzione dell’ossido nitrico che è un potente vasodilatatore anche in presenza di disfunzione endoteliale. Tutto porta al cosiddetto stress ossidativo. Lo studio analizza la possibilità di riproporre nella terapia dello scompenso di prodotto a base di nitrati. Questo anche se i nitrati stimolano la produzione vascolare di anione superossido. D’altronde anche l’utilizzo di gruppi sulfidrilici (cisteina e glutatione) per la produzione endogena di nitrati può favorire la deplezione del pool tiolico intracellulare riducendo le difese antiossidanti dell’organismo.
Journal of Cardiovascular Medicine 2007,8:765-774
La terapia con device nello scompenso cardiaco
F A McAlister valuta la meta-analisi condotta da Lam ed Owen sui 12 trial attualmente condotti sull’utilizzo della terapia di resincronizzazione cardiaca e di defibrillatori impiantati e, considerati i costi, conclude dicendo che fino a quando un trial non avrà definitivamente provato che un device combinato è meglio della resincronizzazione da sola il defibrillatore dovrà essere utilizzato soltanto nei soggetti con scompenso cardiaco eleggibili per resincronizzazione cardiaca ed alto rischio di morte improvvisa cardiaca. Non dello stesso parere sono S K H Lam e A Owen che concludono la loro meta-analisi segnalando che le evidenze dai trial randomizzati è sufficiente a mostrare la superiorità della combinazione CRT e defibrillatore impiantabile sulla sola terapia di resincronizzazione nei pazienti con disfunzione ventricolare sinistra.
BMJ 2007; 335:895-6 BMJ SKH Lam, A Owen 2007;335:925-8
Ripensaci: utile la resincronizzazione nel “QRS stretto”?
Non positivi i dati di un piccolo trial randomizzato condotto da Beshai JF e coll. sulla possibilità di migliorare l’outcome nei pazienti scompensati con durata del QRS < a 130 msec. Pubblicati on line prima della stampa il trial si chiama RethinQ: ripensaci!
Beshai JF et al. N Engl J Med 2007; published online before print November 6, 2007. American Heart Association 2007 Scientific Sessions

La rosuvastatina non riduce la mortalità nei pazienti scompensati
Pubblicati i risultati del trial CORONA (Rosuvastatin in Older Patients With Systolic Heart Failure). La rosuvastatina (10 mg die vs placebo), pur riducendo il numero delle ospedalizzazioni, non ha ridotto l’end point primario (morti per cause cardiovascolari, IMA e stroke non fatale in pazienti con più di 60 anni in II-IV classe NYHA. Non ci sono stati eventi avversi.
N Engl J Med. 2007;Nov 5: Epub ahead of print
L’esercizio fisico aiuta a ridurre l’ospedalizzazione
Il programma di attività fisica domiciliare è stato sviluppato da Kathleen Dracup (University of California, San Francisco, USA). Esso prevede un protocollo di basso livello di esercizio aerobico e di resistenza condotto per 45 minuti quattro volte alla settimana. La reospedalizzazione è risultata significativamente ridotta con benefici economici per la comunità e sociali. Outcome secondari come lo stato psicologico, la qualità della vita e la performance funzionale non hanno mostrato differenze significative rispetto al gruppo di controllo. Questo tipo di esercizio può essere utile a chi non ha la possibilità di accedere a programmi di riabilitazione cardiaca in ambito ospedaliero.
Am Heart J 2007; 154: 877-883
Il diabete peggiora la prognosi dello scompenso
I dati sono stati ricavati da Ali Ahmed (University of Alabama, Birmingham, USA) da un’analisi post-hoc del DIG trial (Digoxin Investigation Group) che ha valutato gli effetti della digitale in circa 8000 pazienti con disfunzione ventricolare sistolica e diastolica. Il peggioramento della prognosi è stato più evidente nelle donne diabetiche con più di 65 anni. Il diabete ha anche aumentato il rischio di tutte le cause di ospedalizzazione in entrambi i sessi.
Heart 2007; 93: 1584-90
BBS e scompenso cardiaco
Il blocco di branca sinistro è presente in 1/5 dei pazienti scompensati che necessitano della ospedalizzazione. È associato ad alta mortalità anche se sembra che tale mortalità sia dovuta alle comorbidità ed alla disfunzione miocardica piuttosto che al BBS stesso.
European Heart Journal (2007) 28,2449-2455

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