giovedì 7 febbraio 2008

L'obesità è una malattia genetica?


The facts in the US
61% of adults are overweight or obese
13% of children aged 6-11 years were overweight in 1999. This percentage has almost trebled over 20 years
300,000 deaths each year are associated with obesity
Obesity estimated to have cost the economy $117bn in 2000


Secondo una recente comunicazione di Jane Wardle, Susan Carnell, Claire MA Haworth e Robert Plomin del Department of Epidemiology and Public Health, Health Behaviour Research Centre, University College (American Journal of Clinical Nutrition, Vol. 87, No. 2, 398-404, February 2008) sembrerebbe proprio di si. Gli autori concludono infatti segnalando l'influenza genetica sia sul BMI che sulla obesità addominale. Identificare le famiglie a rischio può, pertanto, essere vitale per la prevenzione dell'obesità nei primi anni della vita. Il controllo del peso a lungo termine richiederà un'insieme di interventi sia individuali che della società in particolare nei soggetti ad alto rischio genetico.
Gieffegi

3 commenti:

G. F. Guida, Italy ha detto...

Metabolic Syndrome Is Tied to Diet Soda?
The scientists gathered dietary information on more than 9,500 men and women ages 45 to 64 and tracked their health for nine years. Researchers have found a correlation between drinking diet soda and metabolic syndrome — the collection of risk factors for cardiovascular disease and diabetes that include abdominal obesity, high cholesterol and blood glucose levels, and elevated blood pressure. Over all, a Western dietary pattern — high intakes of refined grains, fried foods and red meat — was associated with an 18 percent increased risk for metabolic syndrome, while a “prudent” diet dominated by fruits, vegetables, fish and poultry correlated with neither an increased nor a decreased risk.
Pubblicato da Pamela L. Lutsey MPH e coll. su Circulation Online
on January 22, 2008
Gieffegi

G. F. Guida, Italy ha detto...

Il 10% dei bambini italiani e' obeso; il 18% sovrappeso. E questo porta l'Italia ai vertice della classifica europea, con una proiezione preoccupante: quando questi bambini di oggi saranno adulti, il 18% della popolazione italiana sara' obesa. Di soprappeso e obesita' infantile si e' parlato a Rimini, in un convegno organizzato in occasione di RiminiWellness dall'Ansisa - Associazione Nazionale Specialisti Italiani della Scienza dell'Alimentazione insieme a Adi, Associazione Dietologi Italiani e Dietetica Molte - secondo gli esperti - le responsabilita' della situazione attuale imputabili alle aziende alimentari e ai messaggi pubblicitari, alla scuola e alle istituzioni sociali, alle famiglie e allo stile di vita attuale. "In assoluto pero' non e' corretto colpevolizzare i ragazzi - sostiene Roberto Ostuzzi, presidente di Ansisa, l'associazione che raccoglie tra i suoi specialisti medici psichiatri e psicologi oltre che nutrizionisti -. Non sono i ragazzi che devono fare qualcosa, sono gli adulti: le famiglie, la scuola e le societa' sportive" La famiglia nel suo complesso e' chiamata a ripensare non solo la sua alimentazione ma anche il suo tempo libero. Un regime alimentare controllato non e' sufficiente a recuperare situazioni critiche, e' necessario probabilmente uno stile di vita piu' salutare e dinamico. Per quanto riguarda le societa' sportive queste sono sempre piu' spesso orientate al risultato agonistico e questo allontana inevitabilmente dalla pratica sportiva i ragazzi che per problemi di peso realizzano prestazioni meno interessanti degli altri. "Se l'adulto in soprappeso deve dimagrire - ha continuato Ostuzzi - per il ragazzo e' sufficiente non aumentare il suo peso e questo rende piu' facile recuperare situazioni critiche intervenendo in tempo". Al convegno è stato osservato che "E' necessario considerare che se l'insorgenza del soprappeso avviene in eta' infantile le probabilita' di rimanere obesi sono tra il 26 e il 41%, se l'insorgenza avviene in eta' scolare salgono al 69% e infine arrivano all'83% quando il fenomeno si manifesta durante l'adolescenza,". Negli Stati Uniti, dove la connotazione di questo problema e' intesa piu' come "sociale" esistono dei gruppi di supporto alle famiglie e la speranza e' che anche in Italia ci si orienti in questa direzione.

G. F. Guida, Italy ha detto...

I dolcificanti possono essere legati all'aumento di peso. E' quanto emerge da uno studio pubblicato sul numero di febbraio di "Behavioural Neurosciences". Segue un commento in inglese.
Why would a sugar substitute backfire? Swithers and Davidson wrote that sweet foods provide a “salient orosensory stimulus” that strongly predicts someone is about to take in a lot of calories. Ingestive and digestive reflexes gear up for that intake but when false sweetness isn’t followed by lots of calories, the system gets confused. Thus, people may eat more or expend less energy than they otherwise would.

The good news, Swithers says, is that people can still count calories to regulate intake and body weight. However, she sympathizes with the dieter’s lament that counting calories requires more conscious effort than consuming low-calorie foods.
Gieffegi
Swithers adds that based on the lab’s hypothesis, other artificial sweeteners such as aspartame, sucralose and acesulfame K, which also taste sweet but do not predict the delivery of calories, could have similar effects. Finally, although the results are consistent with the idea that humans would show similar effects, human study is required for further demonstration.The findings appear in the February issue of Behavioral Neuroscience, which is published by the American Psychological Association (APA).