venerdì 2 gennaio 2009

Un anno di ... scompenso cardiaco

Influenza del BBS sulla mortalità a lungo termine degli scompensati
Fariborz Tabrizi e coll. hanno studiato, con uno studio prospettico di coorte, 21 685 casi di soggetti sintomatici che hanno richiesto l’ospedalizzazione negli anni compresi tra il 1995 ed il 2003 in Svezia. Il blocco di branca sinistra era presente in 1/5 dei pazienti ed è stato associato ad una mortalità molto alta. Tale mortalità è però risultata essere legata alle co-morbidità cardiache ed alla disfunzione miocardica piuttosto che al BBS stesso.
Eur Heart J 28(20) 2007

Incidenza e predittori di morte cardiaca improvvisa nello scompenso cardiaco diastolico
Sana M. Al-Khatib e coll hanno studiato, usando il Duke Databank for Cardiovascular Disease, 1941 pazienti con scompenso cardiaco diastolico isolato. La morte cardiaca improvvisa non si è rivelata frequente. Dove presente l’incremento del rischio è stato collegato dai ricercatori alle seguenti cinque variabili indipendenti: diabete mellito, insufficienza mitralica lieve, severità dello scompenso, IMA recente (< 3 giorni) e severità della coronaropatia. Queste variabili cliniche possono, pertanto, essere utilizzate per la stratificazione del rischio in questo tipo di pazienti.
J Cardiovasc Electrophysiol. 2007;18(12):1231-1235
Elettrocardiogramma e cardiomiopatia negli atleti
È il risultato di uno studio condotto su 12000 atleti italiani che hanno eseguito un elettrocardiogramma per idoneità sportiva agonistica. La presenza di anomalie della ripolarizzazione ventricolare (inversione della onda T >= di 2 mm in più di 3 derivazioni) spesso sottovalutata può nascondere una cardiomiopatia.
N Engl J Med 2008; 358:152-61

2.8
Cellule staminali alla ribalta
Dal 23 al 26 gennaio 2008 si è svolta a Garmisch-Partenkirchen l'ultima sessione del Winter Research Meeting of the Heart Failure Association della European Society of Cardiology. Sono stati esaminati diversi studi recenti sull’utilizzo delle cellule staminali nella riparazione del danno miocardico. In particolare sono risultati molto promettenti alcuni studi condotti in Germania che hanno utilizzato cellule staminali pluripotenti su tessuti cardiaci di roditori. Sono stati anche presentati alcuni dati che aiutano a meglio comprendere lo scompenso diastolico.
EUROPEAN SOCIETY OF CARDIOLOGY Meetings 2008(ESC)
Un aiuto dalla fitoterapia
L’estratto di biancospino (Nome scientifico: crataegus monogyna) migliora la performance cardiaca dei cuori scompensati se somministrato assieme alla terapia standard. È il risultato di una review condotta su un limitato numero di studi però randomizzati e controllati con placebo. L’effetto si ottiene senza che siano stati segnalati effetti collaterali degni di nota.
Pittler MH et al. Cochrane Database Syst Rev; pubblicato online January 23, 2008
3.8
I livelli di NT-Pro BNP sono i migliori indicatori di prognosi nello scompenso cardiaco avanzato
Nuove ricerche condotte da Roy S. Gardner e coll. della Royal Infirmary di Glasgow (UK) indicano che i livelli plasmatici di NT-pro-BNP sono un ottimo indicatore prognostico nello scompenso cardiaco avanzato. Meglio del GFR (glomerular filtration rate) calcolato che fin’ora è stato lo standard di riferimento.
European Heart Journal December 2007
Insulino-resistenza e cardiomiopatia
Sempre più evidenze segnalano un ruolo della insulino-resistenza nella genesi della cardiomiopatia non ischemica. Tale effetto sarebbe legato al ruolo che l’insulino-resitenza ha nel causare lipotossicità, up regulation del tono simpatico, stress ossidativi, infiammazione ed, in ultimo, fibrosi. Tale processo è già stato evidenziato in diversi modelli animali. Si ritiene che anche ciò possa accadere nell’uomo dove la presenza di iperinsulinismo è nota come fattore prognostico negativo della cardiomiopatia non ischemica. Ronald M. Witteles, MD e Michael B. Fowler propongono, pertanto, l’utilizzo, a fini terapeutici, di antiadrenergici, antidiabetici e di agenti modulatori del metabolismo.
J Am Coll Cardiol. 2008;51(2):93-102
4.8
Statine e scompenso cardiaco
Kumudha Ramasubbu, MD e coll propongono una interessante review sull’utilizzo delle statine nello scompenso cardiaco di natura ischemica e non. Quasi tutti i trial esaminati, a dire degli autori, sarebbero gravati da conflitti di interesse per cui sono non conclusivi sul tema ed a tutt’oggi questo farmaco non può essere raccomandato in questa situazione clinica. I risultati dello studio GISSI-HF potranno, viceversa, dirci se sarà consigliato l’uso delle statine nello scompenso.
J Am Coll Cardiol. 2008;51(4)
Rimodellamento chirurgico + CABG meglio della sola CABG
È il risultato dello STICH trial (Surgical Treatment for Ischemic Heart Failure) condotto dal Dr John V Conte della Johns Hopkins University, Baltimore, (USA). In soggetti con cardiopatia dilatativa ischemica l’aggiunta della ristrutturazione chirurgica ventricolare (SVR) al CABG è più efficace del solo CABG nel migliorare la funzione ventricolare sinistra, la classe funzionale di scompenso e nel prevenire la ospedalizzazione.
Society of Thoracic Surgeons 2008 Annual Meeting. Presented January 28, 2008. Abstract 15
5.8
Anemia e sompenso cardiaco
Lo studio di Tang WHW, Tong W, Jain A, et al. (Cleveland Clinic, OH) ha dimostrato come l’anemia influenzi la prognosi dello scompenso cardiaco soltanto quando è di lunga data e non se è transitoria. Il dott Tang ha però anche evidenziato che è difficile identificare predittori affidabili capaci di differenziare un’anemia transitoria da una persistente. Pertanto rimane sempre consigliabile un attento monitoraggio dell’emoglobina nello scompenso cardiaco.
J Am Coll Cardiol 2008; 51:569-576
Più utile la valutazione in asse lungo del ventricolo
Alcuni ricercatori svedesi hanno evidenziato come la valutazione cardiaca condotta tramite ecocardiografia secondo l’asse lungo del ventricolo di sinistra sia più predittiva della sopravvivenza a lungo termine dei pazienti con scompenso cardiaco cronico rispetto allo studio in asse corto. Questo perché, come ha detto John Sanderson (University of Birmingham, UK), il movimento dell’anulus nell’asse lungo riflette meglio i movimenti fondamentali del ventricolo (attorcigliamento e disattorcigliamento con accorciamento longitudinale).
Heart 2008; 94: 284-289
9.8
Tutto lo spettro del rischio degli scompensati si giova dei programmi di gestione territoriale
Secondo uno studio condotto dal dott David C. Chan la gestione multidisciplinare territoriale dello scompenso cardiaco è utile e con un buon rapporto costo-efficacia a lungo termine anche per i pazienti a rischio basso e moderato. È questa una buona notizia poiché finora la maggior parte degli studi aveva evidenziato benefici principalmente nei pazienti ad alto rischio.
Am Heart J 2008;155:332-338
Statine e scompenso cardiaco
Pravastatina, lovastatina e simvastatina a basse dosi si sono dimostrate efficaci nel migliorare la sopravvivenza a lungo termine dei pazienti scompensati. È il risultato di uno studio condotto dal dott. Louise Pilote e coll della University of Montreal in Canada su 15.368 pazienti con un’età maggiore di 65 anni. È una nuova prospettiva di utilizzo delle statine a lungo termine e può avere importanti risvolti di politica sanitaria.
Am Heart J 2008;155:316-323
10.8
Circolo polmonare e cardiopatia ischemica
Identificato un nuovo indice predittivo di rischio cardiovascolare nei pazienti con cardiopatia ischemica cronica. Si tratta delle resistenze polmonari vascolari che sono state valutate non invasivamente in uno studio condotto da Ramin Farzaneh-Far (University of California di San Francisco) e collaboratori in 795 pazienti con questa patologia. In un follow-up di 4.3 anni è stata dimostrata una chiara correlazione con l’insorgenza di scompenso cardiaco e di ospedalizzazione.
Am J Cardiol 2008; 101: 762-766
La sincope predice l’outcome della cardiomiopatia
Sono il risultato di un’analisi dello SCD-HeFT (the Sudden Cardiac Death HF Trial) un ampio studio randomizzato condotto su pazienti in classe NYHA II e III e frazione di ejezione del ventricolo di sinistra <= al 35%. I ricercatori concludono dicendo che la sincope, marker di mortalità in questa popolazione, può essere dovuta ad un collasso emodinamico e può rappresentare l’evidenza di un substrato fisiopatologico non evidenziabile con altri mezzi.
J Am Coll Cardiol 2008; 51: 1277-1282
11.8
Statine e mortalità nei pazienti con ICD
Uno studio osservazionale suggerisce che le statine possono ridurre del 37% il rischio di morte nei pazienti con disfunzione ventricolare sinistra e con cardioverter defibrillatore impiantabile. Come ha, però, segnalato il ricercatore principale dello studio Craig Coleman (University of Connecticut, Hartford il farmaco non riduce la frequenza delle aritmie e degli episodi di fibrillazione ventricolare.
Heart Rhythm 2008; 5: 507-510
Google entra in sanità
È già partito il progetto pilota organizzato dal motore di ricerca (e non solo) Google per la gestione elettronica dei pazienti su internet. Collabora con Google la Clinica Cleveland (Ohio, USA) che ha messo a disposizione le cartelle cliniche dei propri 100000 pazienti. Il progetto prevede di arruolare da 1500 a 10000 pazienti per la valutare la fattibilità del sistema e la gestione in sicurezza dei dati. Il tutto porterà ad un miglioramento gestionale dei pazienti e ad una accessibilità 24 ore/24 e 7 giorni su 7.
12.1
Beta bloccante naturale
Liggett SB, Cresci S, Kelly RJ, et al. hanno identificato una variante genetica che riguarderebbe circa il 40% della popolazione afro-americana. Si chiama variante GRK5-Leu4. I pazienti in possesso di questo gene sarebbero naturalmente protetti ed andrebbero incontro allo scompenso cardiaco meno degli altri che ne sono sprovvisti. GRK5 diviene anche un potenziale agente terapeutico nei pazienti con scompenso cardiaco.
Nat Med 2008; DOI: 10.1038/nm1750. http://www.nature.com.
L’instabilità può essere prevista e prevenuta
Pubblicato lo studio OPTIMIZE-HF (Organized Program to Initiate Lifesaving Treatment in Hospitalized Patients With Heart Failure). Il Dr Gregg Fonarow (University of California, Los Angeles) e coll. hanno valutato su circa 48000 pazienti quali erano stati i fattori più comuni all’origine della instabilità dello scompenso cardiaco. Tra questi ricordiamo le aritmie, l’ischemia miocardica, le infezioni respiratorie, l’ipertensione non controllata, la mancata aderenza ai farmaci ed alla dieta. Una aumentata attenzione verso questi fattori, dicono gli autori, può essere utile nell’identificare e nel prevenire la reospedalizzazione nei pazienti scompensati.
Arch Intern Med 2008; 168:847-854
13.8
Cellule staminali e cuore
È stata recentemente sfatata la tesi che il cuore sia un organo postmitotico. Il trapianto di cellule staminali e di cellule progenitrici del miocardio ha dimostrato effetti favorevoli sia sulla perfusione tissutale che sulla contrattilità cardiaca con neoformazione di vasi e di nuovi cardiomiociti. Le applicazioni mediche che sfruttano tali tecniche sono trattate di M. Centola e coll.
GIC 2008;9 (4): 234-250
Chronicle non migliora l’outcome degli scompensati
Pubblicato il risultato del COMPASS-HF (Chronicle Offers Management to Patients With Advanced Signs and Symptoms of Heart Failure). Goal di questo trial era quello di valutare una nuova strategia sulla gestione dello scompenso ad opera di un apparecchio impiantabile che monitorizzava l’emodinamica cardiaca (Chronicle device; Medtronic Inc., Minneapolis, MN.). La presenza dell’apparecchio non ha modificato gli outcome primari (ospedalizzazione, ricorso al DEA o visita per richiesta di terapia diuretica). Questo trial ribadisce la scarsa prognosi dei pazienti con scompenso cardiaco avanzato e puntualizza la terapia salvavita di alcuni farmaci come gli ACE-inibitori ed i beta bloccanti. È, infatti, l’ottimale utilizzo di questi farmaci nel trial che può avere reso ininfluente l’utilizzo del device utilizzato. Altri studi potranno chiarire se altri outcome come, ad esempio, la qualità della vita potranno giovarsi di questo intervento.
From The American College of Cardiology's Cardiosource
14.8
La retinopatia diabetica è fattore predittivo indipendente di scompenso cardiaco
È il risultato dello studio ARIC (Atherosclerosis Risk in Communities study) condotto dal Dott. Ning Cheung (University of Melbourne, Australia). Benché allo stato attuale il legame tra retinopatia e scompenso non sia ben noto è possibile ipotizzare come meccanismo comune l’infiammazione vascolare con la conseguente disfunzione endoteliale.
J Am Coll Cardiol 2008; 51:1573-1578
Combinare councelling ed esercizio è utile nei depressi
Risultati promettenti sono venuti dal primo studio pilota che ha valutato la combinazione domiciliare tra councelling psicologico ed esercizio fisico nei pazienti scompensati. Purtroppo l’intervento è risultato costoso e molto impegnativo per cui gli autori ritengono che sarà difficile che venga riproposto in un trial su larga scala.
American Heart Association 2008 Quality of Care and Outcomes Research in Cardiovascular Disease and Stroke Conference
15.8
La TVNS incrementa il rischio di aritmie maggiori nei soggetti con disfunzione ventricolare non severa
M. Zecchin e coll. evidenziano nel loro studio come la tachicardia ventricolare non sostenuta nei soggetti con scompenso cardiaco con FE > 35% è risultata predittiva di aritmie ventricolari maggiori dello stesso tipo dei soggetti con FE < 35% con o senza TVNS.
Pacing Clin Electrophysiol 31(3)
Resi noti i risultati dello SHAPE
Sono stati pubblicati i risultati di un nuovo ampio studio osservazionale europeo sullo scompenso cardiaco, noto come SHAPE (Study Group on HF Awareness and Perception), e che comprendeva anche l’Italia. Il Dr Willem J Remme (Sticares Research Foundation, AB Rhoon, the Netherlands), principale investigatore dello studio, ha segnalato come i MMG e gli specialisti internisti/geriatri fanno un non ottimale utilizzo della ecocardiografia e spesso non prescrivono terapie farmacologiche essenziali come gli ACE inibitori ed i beta bloccanti. I ricercatori concludono dicendo che, a parte l’attività pedagogica sul malato, l’integrazione in gruppi multidisciplinari (comprendenti, in particolare, nurse specialiste e cardiologi) può sostanzialmente migliorare il ruolo fondamentale del MMG e degli internisti/geriatri nella gestione dello scompenso.
Remme WJ, McMurray JJV, Hobbs FDR, et al. Awareness and perception of heart failure among European cardiologists, internists, geriatricians and primary care physicians. Eur Heart J 2008; DOI: 10.1093/eurheartj/ehn/196
16.8
Utile ridurre la frequenza cardiaca nello scompenso
I risultati dello studio AF AHF prima presentati in anteprima all’ultimo congresso dell’AHA adesso sono in corso di pubblicazione. Lo studio ha valutato circa 1300 pazienti per circa tre anni con scompenso cardiaco cronico in classe NYHA 3-4 e LVEF < al 35%. I risultati del trial confermano il vantaggio del controllo della frequenza su quello del ritmo cardiaco. Pubblicato anche un trial negativo di Roy D et al and Køber L et al sul dronedarone.
N Engl J Med 2008; 358:2667-2677, 2678-2687]
Coronaropatia nei diabetici asintomatici
Presentato uno studio condotto dal Dr. Thomas Schindler degli University Hospitals di Ginevra in Svizzera che ha valutato tramite PET i pazienti diabetici di II tipo asintomatici. Dopo misurazione del flusso miocardico e dopo stress vasomotorio soltanto il 10% ha evidenziato un normale flusso, il restante 90% aveva problemi legati ad un flusso coronario alterato.
2008 meeting of the Society for Nuclear Medicine--Advancing Molecular Imaging and Therapy New Orleans
17.8
inibitori diretti della renina
La prima generazione degli inibitori diretti della renina venne identificata circa 30 anni, ma la loro scarsa biodisponibilità e la breve durata d’azione ne impedì l’utilizzo clinico. Oggi la scoperta e l’utilizzo di nuovi farmaci che hanno superato tale limite prospetta nuovi campi d’azione oltre l’ipertensione come lo scompenso cardiaco e la nefropatia diabetica. In questo articolo D. Westermann e coll. riportano le nuove esperienze cliniche.
J Mol Med (2008)86:691-695
I pazienti con sindrome di Marfan dovranno ancora attendere
Gli ARBs antagonizzano la trasformazione del fattore di crescita beta una citochina iperattiva che si ritiene possa causare molte delle manifestazioni patologiche del tessuto connettivo inclusa la dilatazione della radice aortica. Gli studi attuali fanno ben sperare, ma sono stati condotti su una popolazione molto limitata. Per un trial adeguato con il losartan che possa essere conclusivo sul tema dovremo però aspettare altri cinque anni.
N Engl J Med 2008;358:2787-95
18.8
Presentati i dati del GISSI-HF
Presentati a Monaco, in occasione dell’ultimo congresso dell’ESC, da G. Tognoni e L. Tavazzi i dati del trial GISSI-HF. Nessun beneficio si è avuto nel paziente scompensato con l’utilizzo delle statine. Una riduzione dell’8% del rischio relativo di mortalità e della re-ospedalizzazione per motivi cardiovascolari si è avuta, invece, con la somministrazione di 1 gr/die di n-3 PUFA.
ESC Congress 2008

Migliora la funzione diastolica nel post-IMA con il trasferimento di cellule midollari
È il risultato di uno studio cinese che ha evidenziato un miglioramento della funzione diastolica nel post-IMA con il trasferimento intracoronarico di cellule mononucleari autologhe di midollo. La valutazione della funzione distolica è stata fatta sfruttando tre tecniche di imaging: l’ecocardiografia, la risonanza magnetica e la PET. Al contrario nessun risultato positivo statisticamente valido è stato rilevato sia per la funzione sistolica, che per le dimensioni dell’area infartuata e la per fusione miocardica.
Heart 2008; 94: 1147-1153
19.8
L’anemia è associata ad un aumentato rischio di mortalità nello scompenso
È il risultato di uno studio condotto da Peter van der Meer del Massachusetts General Hospital, Boston, e coll.. Trattasi di una meta-analisi che ha incluso più di 150000 pazienti. Correggere l’anemia diventa, quindi, un modo per migliorare la prognosi di questi pazienti.
J Am Coll Cardiol 2008;52:818-827
L’utilizzo dei bloccanti del TNF può favorire lo scompenso cardiaco
Dopo i glitazoni un nuovo farmaco utilizzato nel trattamento dell’artrite reumatoide viene messo sotto accusa per la possibilità di determinare sia l’insorgenza che l’aggravamento dello scompenso cardiaco nei pazienti anziani. È il risultato di una meta-analisi condotta da Soko Setoguchi e coll. di Boston in uno studio di confronto con il metotrexate che non avrebbe avuto quest’effetto.
Am Heart J 2008;156:336-341
20.8
Nuovo score per valutare gli scompensati
I pazienti ricoverati per scompenso cardiaco hanno un’elevata possibilità di essere riammessi in ospedale, se non sono adeguatamente trattati. Lo studio propone un algoritmo per stratificare i pazienti dimessi con uno score composto da 19 semplici parametri. Tra i quali: l’età, la creatininemia, malattie delle vie respiratorie, del fegato, la depressione. Inoltre: bassi livelli di pressione arteriosa, la sodiemia. Fattori predittivi negativi sono la terapia con statine o beta.bloccanti.
Am Heart J 2008; 156: 662-673
Ipotiroidismo e scompenso cardiaco
Un nuovo studio di Rodondi N e coll ha evidenziato che anziani con ipotiroidismo subclinico severo hanno un rischio raddoppiato rispetto ai soggetti con tiroide normo-funzionante di sviluppare scompenso cardiaco. Si rende, pertanto, necessario sottoporre a screening i pazienti per ipotiroidismo subclinico e, se riscontrati positivi, trattarli.
Rodondi N et al. J Am Coll Cardiol 2008; 52:1152-1159
21.8
L’ECG predice la morte improvvisa
La presenza di onde T alternanti ha dimostrato avere un valore predittivo di morte improvvisa. E’ il risultato dello studio EPHESUS condotto da P. K. Stein e Coll. che ha valutato 493 pazienti con post-MI e disfunzione ventricolare sinistra tramite Holter ecg.
J Cardiovasc Electrophysiol 19(10) 2008

BNP e scompenso diastolico
Sia l’NTpro-BNP che il BNP hanno dimostrato avere un valore predittivo sull’outcome dei pazienti con scompenso cardiaco diastolico. I risultati vengono da un sotto-studio del CHARM che ha valutato pazienti con una FE > 40% e segni ecocardiografici di scompenso diastolico.
Am J Cardiol 2008;102:733-737
22.8
Il doppio blocco è più efficace nello scompenso cardiaco?
L’articolo di Christian Werner, MD e di Michael Böhm, MD considera l’indicazione al doppio blocco del sistema renina-angiotensina quando lo scompenso si caratterizza per ripetute fasi di instabilità del compenso cardiaco. Occorre però ricordare che l’aggiunta di un ARB ad una preesistente ACE inibizione può ridurre la pressione del filtrato glumerulare specialmente nei pazienti con ipovolemia indotta dai diuretici ed in quelli con ipertensione arteriosa.
Geriatrics Aging. 2008;11(4):223-230
Identificato un nuovo marker di scompenso cardiaco
È l’ST2 ed appartiene alla famiglia dei recettori dell’interleukina 1. E’ un potente predittore di mortalità nei pazienti con scompenso cardiaco acuto. Esso correla positivamente con la severità dei sintomi, il BNP e la PCR. Non correla con l’età, il genere, il BMI ed i livelli di emoglobina.
J Am Coll Cardiol 2008; 52: 1458–1465, 1466–1467
23.8
La fibrillazione atriale cronica riduce la capacità fisica nello scompenso cardiaco cronico
È il risultato di uno studio condotto su circa 1000 pazienti con scompenso cardiaco cronico e valutati tramite test cardio-polmonare. L’esercizio fisico valutato come picco di VO2 è risultato ridotto nei soggetti con fibrillazione atriale cronica.
Eur Heart J. 2008;29(19):2367-2372
PCR e fibrillazione atriale
Lo studio ha evidenziato un aumento protratto della PCR nei soggetti sottoposti ad ablazione per fibrillazione atriale e che presentavano una precoce ricorrenza dell’aritmia. Si è ipotizzato che il ripresentarsi della fibrillazione atriale possa essere legato ad un processo infiammatorio che persiste per diverse settimane come conseguenza della procedura.
Pacing Clin Electrophysiol 31(9) 2008
24.8
Betabloccanti anche in ospedale
Secondo i dati rilevati dal registro statunitense dei pazienti con scompenso cardiaco continuare i beta bloccanti durante la degenza ospedaliera nei soggetti reospedalizzati per instabilità del compenso cardiaco migliora la mortalità a lungo termine. Fin’ora, infatti, l’attenzione era stata focalizzata sulla scarsa aderenza alla terapia betabloccante nei soggetti trattati nel territorio.
J Am Coll Cardiol 2008;52: 190-9
Predittori di mortalità cardiaca nei pazienti ricoverati per scompenso diastolico
I pazienti ricoverati per scompenso con conservata funzione sistolica hanno una mortalità maggiore durante il primo ricovero. Debbono, inoltre, essere valutati come predittori indipendenti di mortalità: una storia di cardiopatia ischemica, di cardiomiopatia dilatativa a l’assenza del ritmo cardiaco sinusale. In particolare la fibrillazione atriale, il flutter atriale e la presenza di uno stimolatore artificiale.
Journal of Cardiovascular Medicine 2008, 9: 1011-1015
25.8
Pubblicati i dati del trial TRUST
Il Dr Niraj Varma (Cleveland Clinic, OH) principale ricercatore del trial TRUST ha illustrato come l’utilizzo sistematico di sistemi remoti di controllo di pazienti portatori di ICD possa ridurre del 40% le visite dei pazienti mantenedo la stessa sicurezza ed outcome a 12 mesi dei pazienti valuati de visu. Aritmie minacciose e mortalità sono risultate, infatti, invariate rispetto al trattamento tradizionale.
American Heart Association 2008 Scientific Sessions
Identificato un nuovo bersaglio nel trattamento dello scompenso
È il tessuto fibrotico del miocardio. L’inibizione di un singolo tipo di microRNA tramite l’antagomir-21, riduce, nei modelli animali, lo sviluppo sia della fibrosi che della ipertrofia miocardica rallentando la progressione della disfunzione miocardica. Il microRNA è l’intermediario molecolare tra il DNA e l’mRNA nel sistema di espressione genetica della cellula.Nature 2008; DOI: 10.1038/nature07511. http://www.nature.com/nature/index.html

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